Quando abbiamo cominciato a camminare con gli asini nel 2012, non potevamo assolutamente immaginare dove ci avrebbero portato quelle lunghe passeggiate con il nostro maestro Silvano, l’asinaro, sull’argine del Fiume Noncello a Pordenone.
Tra meno di due mesi accoglieremo finalmente i nostri due asini, Checco e Tunin e sinceramente l’emozione si fa sentire.
Arrivar fin qui e prendere la decisione di adottare due animali è stata condivisa, discussa e a volte difficile davvero difficile.
ma facciamo un passo indietro.
Perché camminare con loro ci regalava ogni volta una storia da raccontare?
Ma soprattutto come pensiamo di farlo diventare un lavoro?
Perché ci siamo innamorate degli asini?
Ci siamo innamorate degli asini e del loro mondo, perché è fatto di mille sfaccettature e personaggi, perché camminare con loro ci ha donato, felicità, unità e sicurezza. Più di una volta ci siamo sentite accudite dal loro lento incedere e dalla loro calma proverbiale.
Superare gli ostacoli delle credenze popolari sulla loro stupidità è diventata missione, perché invece ogni giorno gli asini ci dimostrano quanto sia necessaria una sana testardaggine e come le incomprensioni possano essere risolte con un altro punto di vista.
Lo sappiamo tutti di quanto, la società stia viaggiando ad una velocità spesso disumana che allontana dagli affetti, dalle domande spontanee, dalle riflessioni profonde. Tutto è veloce e lo sarà sempre più.
Il tempo della lentezza ce lo regalano loro che fino a pochi decenni fa, tutti giudicavano come stupidi animali e invece oggi ci ricordano di come sia importante accudire, comprendere , mediare.
Il nostro lavoro consiste proprio in questo, nella mediazione tra l’essere umano e l’animale.
Nel capire quando è il momento e se è il momento di stare insieme, oppure se come tutti non è giornata. ☺️
Mediare con l’asino non vuol dire fare pet-therapy, vuol dire creare dei momenti di benessere e ricreativi partendo dal contesto che ci circonda. La pet-therapy necessita di altre competenze che devono essere giustificate dalla presenza di un medico, ma non sempre è necessario e saremo noi le prime, nel caso, a dirigervi da colleghi che si occupano, propriamente di questa casistica.
Con noi potrai esplorare, coccolare, progettare.
Si creerà una triangolazione positiva, di cura lenta e fiducia che si crea nel qui e ora, nel momento in cui accudisci, dai da mangiare e accarezzi.
Le mediatrici, cioè noi, saremo interpreti di un linguaggio non verbale che può essere tradotto in gesti, in movimenti.
Questo sarà il nostro lavoro, costruire momenti di benessere con l’asino, in natura, tra di noi.
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